L’orologio ha un Rapporto con il Cosmo e il Tempo

“Abbiamo la concezione del suo passare, e con gli anni lo percepiamo in modo più profondo. Ma la realtà è che il tempo rimane un mistero che ci affascina e che continuiamo a studiare; è un concetto elusivo, dice Brian Cox. Come riuscire a comprendere che possa avere una sua composizione?
‘Pensiamo a un essere umano, che è alla fine una collezione di atomi’.
Il fascino di un congegno meccanico come un orologio. ‘Non sappiamo esattamente cosa misurano le lancette, ma sappiamo che il modo in cui definiamo il tempo, in anni, mesi, giorni, ore e secondi, ha un legame profondo con il nostro mondo, l’orbita della Terra attorno al Sole e la rotazione sul suo stesso asse. Il nostro tempo è collegato al nostro movimento nello spazio.’
Basta un piccolo spostamento a est o a ovest del luogo in cui ci troviamo e già dobbiamo regolare l’orologio. Un’ora in più andando verso est, un’ora in meno andando verso ovest.

Gli orologi solari, ad acqua, ignei, a ingranaggi, a polvere, ecc. Il tempo ciclico e il tempo lineare.
L’orologio non misura le ore che lo spirito trascorre nell’ozio o nell’attività creativa.
“Per l’uomo felice le ore non scoccano mai.”
Noi misuriamo il mondo sulla base dei suoi mutamenti nel tempo. Allora, il tempo non veniva misurato, ma solo stimato con vaga approssimazione.
Un tempo, gli orologi avevano la funzione di stabilire le ore della preghiera, come dimostra anche il nome francese horloge, che unisce le parole hora e lego.
Altre volte, due concezioni del tempo. Si spiega così il rimprovero di inaffidabilità che Tizio muove a Caio. Il rimprovero ha valore, naturalmente, solo in relazione al tempo misurabile.

La legge di Newton spiega perché l’asse di rotazione della Terra rimane fisso e indica la stella polare, e perché la durata del giorno, cioè il periodo di rotazione, resta invariata. La velocità di rotazione potrebbe cambiare solo se la Terra fosse in grado di espandersi o contrarsi, ma essendo rigida, non lo è (in realtà, sia l’asse sia la durata del giorno cambiano molto lentamente per l’influenza esterna del Sole e della Luna).
Questo asse è una specie di freccia che indica una certa direzione nello spazio, e che la rotazione della Terra la vediamo attraverso il sorgere e il tramontare del Sole, della Luna e delle stelle, con il loro cammino senza sosta attraverso il cielo.
Il misterioso “orologio” di Newton (costituito da un insieme di sferette di acciaio di massa uguale sospese con fili a due aste di metallo orizzontali e parallele) e le velocità misurate in relazione a esso.
Con la legge di gravitazione universale, l’universo appariva come un grande orologio e Dio ne era il suo orologiaio.

Per gli astronomi, per la misurazione del tempo bisognava guardare in cielo. Si trattava delle stelle e del Sole.
Le stelle rimangono fisse l’una relativamente all’altra e definiscono il tempo siderale. Qualsiasi stella può essere scelta come “lancetta” dell’orologio stellare: basta registrare quando si dirige a sud (cioè quando attraversa il meridiano).

Ci insegnano a contare i secondi, i minuti, le ore, gli anni… Ma nessuno ci spiega il valore di un attimo.
-Donato Carrisi, L’ipotesi del male

Ma c’è un rivale: il Sole, che definisce il tempo solare. È l’orologio con cui l’umanità e tutti gli altri animali sono sempre vissuti. Il principio è lo stesso: è mezzogiorno quando il Sole attraversa il meridiano. (Un meridiano o linea di longitudine indica un immaginario arco che congiunge il Polo Nord terrestre con il Polo Sud terrestre, ovvero una linea che unisce i punti per i quali passa l’asse di rotazione terrestre e lungo la quale c’è una sola e identica ora solare).
Una semplice descrizione degli orologi dimostra che la velocità non è la distanza divisa per il tempo, bensì la distanza divisa per qualche altro cambiamento reale (un’altra distanza).
Per millenni, la rotazione della Terra fornì un orologio abbastanza affidabile e preciso per tutte le esigenze dell’astronomia. Un centinaio di anni fa, però, le osservazioni astronomiche diventarono così precise che in questo sistema cominciarono a emergere dei difetti. Le forze della marea, derivanti dall’azione della Luna sulla Terra, a volte provocano cambiamenti imprevedibili nella distribuzione della massa terrestre.
Questi cambiamenti in un corpo che gira devono cambiare la sua velocità di rotazione.
La rotazione terrestre avviene da ovest a est, cioè in senso antiorario guardando il sistema solare “dall’alto”. L’asse di rotazione terrestre è inclinato di 23°27″ rispetto alla perpendicolare al piano su cui giace l’orbita terrestre e impiega 23 ore, 56 minuti e 4 secondi; viene definito giorno siderale e determina il passaggio da giorno a notte, da non confondere con il giorno solare che dura in media 24 ore. Poiché la Terra impiega 24 ore per completare un’intera rotazione di 360°, un’ora equivale a un 24º giro, ovvero a 15°. Quegli stessi 15° corrispondono anche a una certa distanza percorsa.
Con i suoi moti di rotazione e di rivoluzione, la Terra è un ingranaggio in un universo meccanico; sulla base di questi moti, l’uomo imparò a misurare il tempo fin dagli albori della storia.
L’orologio, grande o piccolo che sia, in qualche modo contiene il tempo. Tuttavia, il tempo si rifiuta di essere imbottigliato come il genio nella fiaba. E poiché il tempo ha il suo ritmo, come il battito del cuore o il ciclo della marea, gli strumenti per misurarlo non lo trattengono; al massimo stanno al passo, se ci riescono.

Le ore e i minuti che scandiscono le nostre giornate sono determinate dalla rotazione terrestre, che non è costante e può variare a causa di eventi sulla superficie e nel nucleo della Terra.
Dal 1972 al 1999 sono stati aggiunti 23 secondi agli orologi per sincronizzarli con la rotazione terrestre. Ma con il rallentamento previsto, per la prima volta sarà necessario sottrarre un secondo anziché aggiungerlo.

Gli astronomi riuscirono a trovare un orologio naturale più preciso della Terra: il sistema solare.
Monitorando un corpo – la Luna – potevano controllare quando raggiungeva posizioni previste nel tempo presupposto, e verificare che gli altri corpi nel sistema solare raggiungessero le posizioni previste per loro nel tempo corrispondente, e usarono la Luna come lancetta di un orologio formato dal sistema solare. Oggi si chiama tempo delle effemeridi. (Un’effemeride è una pubblicazione che dà le posizioni dei corpi celesti in determinati tempi). L’universo è l’orologio di se stesso.

Per dirla con le parole dell’astronomo Camille Flammarion: “Il tempo è impossibile poterlo definire. È l’orologio che cammina nella solitudine”.

Immagine: L’app si chiama Chronogeoscope, ideata e realizzata da Roberto Casati, filosofo cognitivista.
Immagine: Il tronco disegnato da Andrea Ucci, illustratore, e sopra Cosmic Watch: viaggiare nel tempo nel nostro sistema solare – digitec.

NOTE:
*scrive Paola De Carolis
** sintesi del “libro dell’orologio a polvere” di Ernest Jünger, pag. 15, 22, 27-28
*** sintesi dal libro “La fine del tempo” di Julian Barbour, pag. 84, 95, 104
**** sintesi dal libro di Oliver Marchon, “Il 30 febbraio”, pag. 7/8, 175