Noi, liberi ma in catene

Questo apparente paradosso, è sempre valido, e non di rado questo abisso si è scavato ancor di più, perché non è l’uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a sé stesso.

Perciò, partendo, dalla condizione di dover lottare per ottenere la libertà, unica garanzia di uguaglianza, come condizione — e onere — per l’istituzione delle libertà è Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene”, scrive, Luxemburg.

Infatti, “gli uccelli in gabbia cantano la libertà. Gli uccelli liberi volano”. ALLORA, La domanda è: siamo disposti a cedere un pezzo della nostra sovranità mentale, abituarci all’idea di non essere poi così centrali e liberi, quando decidiamo? 

Nelle parole di Aristotele, per illustrare la situazione: ci sono uomini che nascono liberi e ci sono uomini che nascono schiavi. Il luogo dove nasci determinerà la posizione che riuscirai a occupare nella gerarchia sociale fino alla tua morte, e così pure i tuoi figli e le tue figlie dopo di te.

Inoltre, Le società moderne sono società insoddisfatte e travagliate da molti mali, Uno di questi è l’insicurezza: il «capitano» regge il timone, ma non è lui a decidere la rotta, bensì i passeggeri e l’equipaggio. Non sono nemmeno in grado di assicurare a tutti l’uguaglianza, MA solo pari diritti e libertà ai suoi cittadini — fino a un certo punto, ma mai del tutto, Resta sempre valido l’invito di Voltaire a coltivare il nostro giardino, all’interno del quale abitiamo. I cittadini potranno allora coltivare il proprio giardino, e così facendo daranno una mano agli altri – chi condivide gli stessi valoro-per coltivare il loro.

COMMENTO

Nessuno può darti la libertà. Nessuno può darti l’uguaglianza o la giustizia o qualsiasi altra cosa. Se sei un uomo, te le prendi. (Malcolm X)